Esami e Diagnosi di Trombofilia presso il Centro di Fecondazione In Vitro “Mitosi”
La trombofilia è un disturbo della coagulazione del sangue ed è definita come una predisposizione nel sangue di un individuo che aumenta il rischio di formazione di trombi.
È raggruppata in due categorie principali:
- trombofilia acquisita e
- trombofilia congenita o ereditaria.
I tipi più frequenti di trombofilia congenita o ereditaria sono dovuti principalmente:
- (a) all’aumento dell’azione dei fattori coagulanti a causa di mutazioni nel materiale genetico dei geni, che svolgono un ruolo importante nel meccanismo di coagulazione-fibrinolisi, e
- (b) al deficit di anticoagulanti naturali, come ad esempio assenza dell’antitrombina III e della proteina C o S.
Particolarmente nel caso della fecondazione in vitro al centro “Mitosi”, la diagnosi della trombofilia e particolarmente importante, poiché studi recenti e riconosciuti la collegano a una serie di complicazioni durante la gravidanza.
Trombofilia e Subfertilita
Il ruolo della trombofilia nella subfertilità e nella gravidanza
Il periodo della gravidanza è una condizione caratterizzata da un aumento della coagulazione del sangue. In particolare, aumentano i livelli dei fattori coagulanti e diminuiscono i livelli dei fattori anticoagulanti fisiologici. Questi cambiamenti naturali si verificano al fine di limitare le perdite di sangue, proteggendo la donna incinta durante il parto. Tuttavia, questi cambiamenti durante la gravidanza, in donne con trombofilia ereditaria, aumentano il rischio di formazione di trombi, influenzando la vascolarizzazione e la perfusione placentare, ma anche i vasi che nutrono il feto. In questi ultimi anni, numerosi studi hanno dimostrato una correlazione tra la trombofilia, l’aumento del rischio di aborto e le complicazioni durante la gravidanza, come:
- il mancato impianto dell’embrione nell’utero
- lo sviluppo endometriale limitato dell’embrione
- la preeclampsia
- la trombosi venosa
- e il distacco prematuro della placenta
Si calcola che nel 40% circa delle donne che presentano complicazioni, prima e dopo la gravidanza, la causa è la trombofilia congenita.
Mutazioni nella Trombofilia
Le mutazioni genetiche più frequenti nella trombofilia ereditaria interessano:
- il fattore coagulante del sangue R506Q V (FV-Leiden)
- il fattore coagulante del sangue Η1299R V (FV-HR2)
- il fattore G20210A del gene della protrombina
- i fattori C677Τ e A1298C del gene MTHFR
- polimorfismo 4G/5G del gene PAI-1
- V34L nel fattore VIII (FactorVIII)
- -455 G>A nel gene beta-fibrinogeno
- polimorfismo L33P nella glicoproteina GPIII (HPA1 a/b)
- polimorfismo Ins/Del nel gene dell’angiotensina (ACE)
- R3500Q nella apolipoproteina Β (ApoB)
- Ε1, Ε2, Ε3, Ε4 genotipi della apolipoproteina Ε (ApoE)
Il Controllo per la Trombofilia
Il controllo per la trombofilia è indicato in caso di gravidanza, anteriormente alla somministrazione di medicinali contraccettivi, e nei casi di anamnesi familiari di patologie cardiovascolari.
Metodologia
Isolamento di DNA dal sangue periferico e moltiplicazione dei geni desiderati con reazione multipla a catena di polimerasi (multiplex PCR). I prodotti incrementati di questi geni desiderati, confermati con elettroforesi in gel di agarosio, sono ibridizzati con oligonucleotidi specifici e il rilevamento dei geni mutati si realizza con l’uso di sostanze coloranti.
Materiale Biologico
Sangue periferico in provetta generica sterilizzata con anticoagulante EDTA.